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ALESSANDRO CARBONI

The Angular Distance Of A Celestial Body



ideazione, coreografia, orografia e scene: Alessandro Carboni
perfomer: Ana Luisa Novais, Sara Capanna
costumi: DEM
musica: Danilo Casti
assistente: Chiara Castaldini
produzione: Formati Sensibili 2018
con il supporto di Città delle 100 Scale Festival; ATER – Circuito Regionale Multidisciplinare; Santarcangelo Dei Teatri; H(abita)T – Rete di Spazi per la Danza / Sementerie Artistiche; L Arboreto – Teatro Dimora Mondaino

The Angular Distance Of A Celestial Body è una riflessione trasversale sul processo cartografico. Il segno grafico della mappa è sostituito dal corpo, nel tentativo di rivendicare criticamente la complessità del mondo dichiarando l'impossibilità di ridurlo. A terra, una struttura geometrica modulare si contrappone alla tensione verticale di due corpi: simmetrici, speculari, senza identità né genere, mai identici. La proiezione dei corpi sul piano orizzontale simboleggia la volontà di un controllo ideale e costante sul mondo e la sua effettiva impraticabilità. La fattura dei costumi e le texture cromatiche delle stoffe che avvolgono i corpi, rimandano ad una mancanza di continuità tra oggetti e al caos che governa il nostro mondo. Sono travestimenti di un carnevale metaforico volto a destrutturare l'ordine stabilito delle cose per indagare le forme destrutturate del discorso, per renderle visibili attraverso l'atto rituale della rappresentazione. Il suono accompagna le azioni e scandisce la ritmica interna del movimento; delinea un orizzonte variabile e mette in relazione la dimensione numerica - cartografica - del mondo con un paesaggio archetipico, organico, analogico che descrive e misura senza tuttavia contemplare l impiego dei numeri.

Alessandro Carboni intreccia, attraverso la sua ricerca, ricerca performativa, indagine visiva, geografia sperimentale e Critical Cartography, con un attenzione speciale alle pratiche di trasmissione e condivisione. Coreografo e performer attivo tra Europa e Asia, il lavoro di Carboni abita gli spazi urbani, disegna traiettorie e riscrive le volumetrie di teatri e musei. La sua ricerca orbita attorno alla complessa rete di permutazioni tra lo spazio e suoi elementi costitutivi – luoghi, persone, relazioni –, tutti piani di proiezione da cui emergono questioni critiche sul contemporaneo