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progetto: Stefania Tansini
danza: Miriam Cinieri, Stefania Tansini
luci: Matteo Crespi
progetto sonoro: Giovanni Magaglio, Claudio Tortorici
foto e video di Luca Del Pia
Punti di ristoro è un’immersione in uno stato percettivo profondo in cui i corpi possano essere lasciati liberi di vivere nell'istante, di abbandonarsi, in una condizione di fragilità e apertura. Vibranti, sensibili, materiali.
Punti di ristoro indaga la ricerca del piacere, di quegli stati fisici o situazioni nelle quali troviamo appagamento come esseri umani. Situazioni di passaggio che spostano interiormente, che cambiano il battito cardiaco, il respiro, la tensione muscolare, l’adrenalina, in un flusso energetico che amplia spazi, che si abbatte sui corpi o li incorpora. Senza uno scopo figurato, ma in quanto corrispondenza di uno stato dell’essere.
Un abbandono al ritmo che genera e governa i movimenti, che per mezzo della loro frequenza, della loro successione o della loro ampiezza, spingono a una sorta di ebrezza.
Una perdita di sé stessi - dentro e fuori, introspettiva o estroversa - attraverso il corpo.
E la danza si fa portavoce primaria di questo desiderio di godimento. Una risposta immediata e autentica alla necessità vitale di chi si abbandona al suo ritmo. Si muove nell’ampiezza esterna e nella concentrazione interna in un atto di partecipazione alla vita, nella sua essenza più originaria, libera da ogni vincolo linguistico e dialettico.
Un tentativo di colmare quell’incolmabile vuoto interno con un ritorno in sé stessi, con un continuo spostamento di prospettiva, di percezione, di relazione con l’altro. Un processo che cerca di dare forma a questa vita interiore, fatta interamente di energia e di sensibilità.
Stefania Tansini
Nata nel 1991, a Ponte dell’Olio (Pc).
Dopo gli studi di ginnastica artistica e di danza classica, nel 2014 si diploma come danzatrice presso la Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi, sotto la direzione didattica di Marinella Guatterini. Di fondamentale importanza sono gli incontri con Enzo Cosimi, Dominique Dupuy, Cesc Gelabert, Jonah Bokaer, Maria Consagra.
Nel 2014 prende parte allo spettacolo di Dario Fo e Franca Rame Storia di Q e inizia a lavorare come danzatrice in tutte le produzioni di Simona Bertozzi: Animali senza favola (2014), Prometeo: Contemplazione (2015), Prometeo: il Dono (2015), Prometeo: Astronomia (2016), And It Burns Burns Burns (spettacolo finalista del Premio UBU Danza 2017) e nell’assolo Flow On River (2018).
Nel 2016 inizia a lavorare con Luca Veggetti per gli spettacoli Non essere, una tentazione (2017), Quarto personaggio (2018), L'inferno dello sguardo (2019), e con Ariella Vidach per Temporaneo Tempobeat.
Si confronta con alcune esperienze di video-danza (Interferenze, cortometraggio, L'isola sbagliata, film, Piano Social, video musicale del musicista Francesco Orio) e nel 2017 viene chiamata da Romeo Castellucci per prendere parte alla sua nuova produzione Democracy in America e nel 2018 al Flauto Magico, opera lirica con la regia di Castellucci e le coreografie di Cindy Van Acker.
Da sempre è stata accompagnata dalla necessità e dal desiderio di un percorso autoriale di ricerca sul corpo e sul movimento.
Nel 2018 debutta il progetto coreografico-installativo Questione di vita o di morte, la performance museale Linea Umana (2017) e il progetto video Ma Mère, Ma Mère, Ma Mère, in collaborazione con il fotografo Luca del Pia, che sarà parte di un film neozelandese. | |
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