Questa edizione di Fuorilogos sperimenta l’uscita del pensiero dalla sua forma canonica, quella appunto del logos asservito alla rappresentazione di un soggetto o all’ordine razionale e gerarchico del discorso, per liberare la forza generativa di un pensare disseminato tra gli interstizi dell’esperienza. Un pensare in atto, che perciò compare inatteso, all’improvviso senza essere improvvisazione, un pensiero che non sia più astratto, bensì attratto dai corpi che lo spingono alla deriva.
Un pensiero che esprime le forze che si agitano al suo esterno, al di fuori di esso, alternativo a tutta la tradizione che ha invece sempre pensato il pensiero come interiorità, è ciò che Gilles Deleuze ha visto negli aforismi di Nietzsche, che non richiedono di essere interpretati a partire dal passato, bensì macchinati nel presente. Macchinare significa capire con quale forza esterna Nietzsche «faccia passare attualmente qualcosa, una corrente di energia», ed è così che gli aforismi rendono il pensiero «una macchina da guerra», «una potenza nomade» che spazza via l’interiorità del senso, i significati e le interpretazioni trascendenti, per afferrare gli eventi che si danno nel campo storico, sociale e politico. Gli aforismi di Nietzsche esprimono il sorgere di un “nuovo corpo”, non più individuale ma collettivo, che i nomi propri disseminati nei suoi testi - Cristo, Zarathustra, Cesare, i Tedeschi, Borgia, Dioniso… — designano, come espressioni dei giochi di forze che attraversano il testo. Leggere gli aforismi nietzschiani ci installa perciò in «una specie di zattera della Medusa, con bombe che cadono tutto intorno, la zattera che va alla deriva, verso ruscelli sotterranei congelati o verso fiumi torridi, l’Orinoco, il Rio delle Amazzoni, con persone che remano assieme, persone che non devono per forza amarsi, che si battono, che si mangiano». Ecco allora che la proposta informale è quella di abitare nomadicamente, dunque attraversare, gli aforismi, fare cioè degli spostamenti e dei percorsi spaziali di Crisalide una rete aforistica attraverso cui accendere punti intermittenti di espressione.
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Sara Baranzoni, PhD in Studi Teatrali e Cinematografici, collabora con la facoltà di filosofia della Pontificia Università Antonianum e con la Direzione di Ricerca in Arte dell’Universidad de las Artes (Ecuador).
Paolo Vignola, PhD in Filosofia, è professore invitato di Filosofia della tecnica ed Etica digitale e Coordinatore scientifico del Diploma di Alta Specializzazione in Etica e Intelligenza Artificiale presso la Pontificia Università Antonianum di Roma.
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