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TEATRO DEL LEMMING

Inferno. Parte I di Nekiya

con: Alessio Papa, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Chiara Elisa Rossini, Katia Raguso
musica e regia: Massimo Munaro
dedicato a: Roberto Domeneghetti

Da un punto di vista drammaturgico il lavoro su INFERNO deve intendersi come una libera e personale scrittura scenica che interroga attori e spettatori a partire dal loro stesso statuto e, persino, nella loro comune e inquieta condizione di cittadinanza. Se da un punto di vista psichico l Inferno, come è per il teatro, suggerisce uno sprofondamento dell anima nel regno dei morti, del sogno e dell inconscio - cioè in un luogo senza tempo - da un punto di vista etico esso ci riporta, invece, a domande basilari sul nostro tempo, sul regno del presente. A questo presente gli spettatori, qui, sono lasciati nella loro condizione quotidiana di muta impotenza. Ma, d altra parte, se, come cerchiamo di testimoniare con Inferno, la nostra società è davvero diventata una società dello spettacolo”, invadendo qualunque espressione sociale, il compito del Teatro, a noi pare, è diventato quello di affermare per sé uno statuto non spettacolare, poiché questa è l unica via onorevole, forse l ultima possibile, per giustificare la propria esistenza. Il lavoro su INFERNO si costituisce come riflesso della nostra infera condizione quotidiana. E, come uno specchio crudele, questo riflesso si propone di provocare nello spettatore uno shock rivelatore e salutare.

Teatro del Lemming è una compagnia teatrale di ricerca fondata nel 1987 è finanziata dal MiBACT dal 1997. Vincitore di numerosi premi tra cui il Premio Totola, il Premio Piccoli Palcoscenici, il Premio UBU Giuseppe Bartolucci e il Silver Snowflake al Sarajevo Winter Festival, il Lemming è da tempo riconosciuto come uno dei gruppi di punta del nuovo teatro italiano ed europeo. Il Teatro del Lemming è il fondatore di una originale poetica teatrale che ha chiamato Teatro dello Spettatore, un teatro che interroga il ruolo dello spettatore, trovando di volta in volta nuove strategie per coinvolgerlo all interno dell evento scenico. In totale antitesi con la società odierna in cui prevale in ogni ambito della vita la quantità sulla qualità, nel trionfo su ogni altra della dimensione economica, il Teatro dello Spettatore ricerca una relazione intima e personale con ciascun individuo, rifugge la massa anonima a cui si rivolge l industria culturale a favore delle differenze: poiché per questo teatro non esistono due individui-spettatori perfettamente identici ed è allo loro preziosa unicità che esso si rivolge. Poiché qui gli spettatori diventano soggetti dell esperienza teatrale e non più semplici fruitori passivi: essi divengono parte attiva e costitutiva dell opera.