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Emilia Cantieri / Sara Giannini / Tullia Primultini / Snejanka Mihaylova Summoning o l’atto stesso come preparazione
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questa è una chiamata collettiva per convocare i concetti-spettri che sempre ritornano. Sono passati X anni, e ancora non abbiamo smesso di interrogarci. Abbiamo domande-spettro che sempre ritornano e attendono di essere evocate. E i fantasmi della scena non sono presenti né assenti né passati. Siamo noi a passare da un pensiero all’altro o è il pensiero ad attraversare i nostri corpi? siamo dell* sconosciut* che si incontrano in uno spazio infestato, e questa è una convocazione. Una possibilità concreta e aperta al pubblico per chiederci in che modo abitare il pensiero, che non è unicamente il luogo dove sta il discorso. Un fare-summoning inteso come il costruirsi di una pratica material-discorsiva, l’oscillare di una forma che si forma durante. Ci chiediamo come stare-bene dentro la scena, un fantasma non è presente né assente né morto. Prepararsi di continuo senza mai arrivare. Un dispositivo che si forma e non si completa. Uno stare fuori luogo e un esercizio dell’invisibilità. tramite una tessitura, un disporsi delle soggettività in continua mutazione. Che spazio ci meritiamo? Forse siamo noi i fantasmi? Chi ci interpella? E che pensieri ci infestano? Quanto pensiero si forma negli spazi interstiziali? Cosa ne facciamo? Come depotenziare i propri saperi? Come far sì che emergano da punti inaspettati come spettri materici? E’ davvero fondamentale capire se quello che avviene è reale? No, l’atto stesso è preparazione. Emilia Cantieri (Verona, 1988) lavora nell’ambito della performance, con un’attenzione particolare ai discorsi e alle pratiche queer e transpecie. Negli anni duemila frequenta gli ambienti underground del Nord-Italia dove sviluppa i primi esperimenti di stampa alternativa. Dopo una laurea in Scienze Agrarie (Pisa), si avvicina alle arti performative dove trova uno spazio per disinnescare le posture binarie dei mondi attraversati finora. Nel 2019-20 consegue un Master in Imprenditoria dello spettacolo (Bologna) e frequenta il corso di perfezionamento per Dramaturg presso la Scuola Iolanda Gazzerro di Emilia Romagna Teatro. Durante il confinamento, cura in segreto un orto sinergico da cui assiste alla traduzione de L’orso allo specchio di Simone Forti (Kunstverein Milano). Nel 2020 co-fonda il progetto performativo I’m Afraid of Lonely Dogs, selezionato per KRAKK / Santarcangelo Festival 2022. Ha lavorato come performer per Isabel Lewis (Ocean Space 2021), GHOST (Santarcangelo 2021) e MiamiSafari (Megamore parte II). È ora iscritta al II anno di Teatro e Arti performative di IUAV. Sara Giannini è una curatrice, insegnante e scrittrice, attualmente affiliata ad If I Can't Dance, I Don't Want to Be Part of Your Revolution (Amsterdam). Si è formata in campo teatrale e semiotico, per poi appassionarsi alle connessioni tra linguaggio e performatività attraverso una varietà di pratiche (artistiche). Come curatrice indipendente ha avviato una serie di progetti collaborativi sperimentali quali the VOLUME project (in collaborazione con 98weeks, Beirut, 2013-2014), la piattaforma di web-publishing Unfold (2015-in corso), e Heterotropics (2018-2019). Nel 2016/17 Sara è stata Fellow presso il Van Abbemuseum, Eindhoven, dove ha fatto ricerche sul linguaggio afasico e sullo scoring in relazione all'archivio di René Daniëls. Nel 2018 è stata curatrice in residenza al Bard College Centre for Curatorial Studies (NY), dove ha studiato e tenuto conferenze sull'estasi e il corpo della voce. Ha ricoperto incarichi di insegnamento al Dutch Art Institute, KABK all'Aia, Das Arts, SNDO e Sandberg Instituut ad Amsterdam. Con If I Can’t Dance ha pubblicato Maquillage as Meditation: Carmelo Bene and the Undead (2021). Tullia Primultini (Italia, 1994) si muove nell’ambito della performance. La sua pratica si declina in pratiche multilinguaggio e di creazione orizzontale non autoriale, spaziando tra queerness, mappature e transpecismi. Nel 2020 fonda con Est Coulon e Emilia Cantieri I’m Afraid of Lonely Dogs, un progetto di ricerca performativa sulla disidentificazione e la costruzione dell’identità (queer). Si è formatǝ tra filosofia e arti performative (Università Statale di Milano, IUAV). Come performer ha lavorato in ambito teatrale e site specific con Franca Ferrari (IT), Teatro Valdoca (IT), Kay Schuttel (NL), Jacques-André Dupont Castro (FR-DE), Gianmarco Porru (IT), MiamiSafari (IT), GHOST (BE), Contrapposto Studies (Palazzo Grassi, IT). Snejanka Mihaylova, artista e filosofa bulgara. Vive tra Sofia e Amsterdam. Tra le sue pubblicazioni Theater of Thought (2009, Critique and Humanism), Practical Training in Thinking (2012, The Last Books), Acoustic Thought (2015, The Last Books, If I Can’t Dance I Don’t Want To Be Part of Your Revolution). E partecipazioni in progetti editoriali tra cui Missing Event (in Sara Giannini, Maquillage as Meditation. Carmelo Bene and the Undead, 2021), Magnificat Equation (in Glossator Cristina Campo ed. Andrea di Serego Alighieri e Nicola Masciandaro, 2021). Le sue performance e pubblicazioni sono stati prodotte e presentate a livello italiano e internazionale in If I Can’t Dance I Don’t Want To Be Part of Your Revolution (Amsterdam), RedCat Gallery (LA), Art in General (NY), Stedelijk Museum (Amsterdam), Santarcangelo (Italia), Crisalide (Italia) e altri. Insieme a Philip Baber e co-fondatrice della casa editrice The Last Books. Attualmente insegna in Dutch Art Institute in Olanda e conduce un dottorato di ricerca sulla relazione tra teatro, filosofia e movimento femminista italiano nell’Universita di Sofia, dove insegna Storia della logica.
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