pourparler nasce dal desiderio di consociare spazi, superare dicotomie e, in un determinato momento e in date circostanze, trasformare un’abitazione privata in una postazione pubblica, base laboriosa ed eccentrica del festival Crisalide che ha l’altra sua sponda nel centro urbano di Forlì. A Gualdo, nell’Appennino forlivese pourparler situa il proprio respiro tra casa e cortile, attrezzeria e bosco, e qui amplia lo spazio di discorsività che muta i luoghi privati in permeabili e quelli pubblici in interiori. La presenza di Alessandro, Christian, Ivan, Maria e mia, crea un habitat unitario e diversificato che a sua volta genera, attraverso l’incontro, nuove gemmazioni. pourparler è una giornata aperta, cosa viva tra cose vive inizia con la luce e finisce con il buio, si fa accompagnare dal sole e raggiungere dall’ombra: il tempo è metrica d'ascolto, l'insieme di cammino, sosta, nutrimento, gusto, discorso, è gesto estetico, il loro sconfinamento è politico, poetica non conforme.
Del dispositivo mappa, pourparler manifesta ed evade l’arealità attraverso le relazioni: Alessandro-bosco, Christian-attrezzeria, Ivan- cortile, Isabella-campo, Maria-abitazione. Come abitare e disabitare questa mappa di superfici e volumi, spazi manifesti o meno, fruibili o interdetti, umani e d’altra specie, lo capiremo via via, non senza rammarico ma con estrema grazia. IB
Il pensiero è fatto di luoghi, luoghi-idea. Nei luoghi le diverse misure del tempo. Luogo è il corpo dove galleggiano respiri insieme a vuoti di memoria, è luogo la mappa sensibile dei nervi, è luogo l'attesa, il suo racconto è un luogo. Luogo è il silenzio, il suo respiro è luogo. C'è un luogo dove lo sguardo annunciato come teorema si pronuncia in canto. C'è, in quel luogo, il disvelamento di un mistero che ripropone, irrimediabile, l'enigma. C'è un luogo che è pluralità di sguardi, luoghi ancora, come variazioni di uno stesso dettato amoroso, la stessa percussione dell'anima ma nuovi alfabeti, nuovi sguardi per dire sempre e solo e ancora ciò che irrimediabilmente io non so dire ed È. Ed è: Guarda, Ascolta, È vita. Germoglia cosi e poi fiorisce, eternamente, la passione del pensiero-luogo, quand'anche essa eternamente appassisce e muore. Stare nella caducità e pur nell'istante che resta, qui, dove a goccia a goccia cade un'acqua che bagna e lava. Poi a volte, pretestuosamente, si aprono in noi tempi in cui la durata è apparenza, a volte si aprono in noi mondi che sono fatti di nudità, di dettagli, di rumori dentro volumi vuoti. Ogni cosa si rivela poco a poco e la condizione che chiede sempre è l'attesa. Come potrò vivere senza una mitologia? Si chiese una volta la ragazza. E da allora nel tempo, fiorendo e sfiorendo più volte, quella donna se lo chiese per sempre. Si ricorda così di un silenzio scritto sul corpo, occhi. Occhi che lacrima mare sulla linea meridiana dei pensieri. [Lì dove l’ombra appare, 2004] IB
a questa terra rubata, insidiata, spazzata. alla crepa del rizoma palpitante. all’ombra che sbilenca ci anticipa. all’ombra che pestiamo mentre sentiamo l’adesione morire. al nessuno che prenderà su di sé il dolore dell’altro quando lo stesso dolore è anche suo. a me, crollato nel bel mezzo di questa aia mentre recuperavo il sangue perso che si stava incendiando. al cielo che a chiamarlo cielo non vuole dire niente. a questo tempo imperfetto che ci mangia. Ivan Fantini
Luogo – Oggetto / Rumore – Suono: colloco nel rapporto tra questi elementi, le linee di sviluppo della mia poetica sonora e la ricerca degli ultimi anni. Così, come in una sorta di laboratorio aperto per l’emersione del quotidiano, mi muove con la strumentazione elettronica negli spazi scelti, dove gli oggetti e i rumori esistenti con l’aiuto di microfoni sensibili e apparecchiatura elettronica, sono convertiti in nuove costellazioni sonore. Christian Mastroianni
John Berger giunge a pourparler con la voce e la presenza di Maria Nadotti, sua curatrice e traduttrice italiana. La lettura di “Into Their Labours” (1979) propone un affondo nei termini e nella percezione dell’individuo contadino come sopravvissuto, inscritto in una classe e in un assetto sociale sottoposti storicamente alla commercializzazione e alla colonizzazione della terra e dell’agricoltura. Surplus, bisogno, cibo, fame, cultura di sopravvivenza, cultura di progresso, visione ciclica del tempo, sono gli snodi di un possibile discorso sul presente.
I miei interventi sonori si situano in un luogo ibrido, tra l'aperto e il conchiuso, tra il visibile e il nascosto, tra l'udibile e il silenzioso. Da una parte il territorio di vita e di lavoro, dall'altra il parzialmente o totalmente sconosciuto, che ruota attorno al selvatico, dove la vita "altra da noi" si svolge. A metà strada tra questi due estremi ci sono certi suoni da cercare e da pensare: esistono solo se qualcuno, o qualcosa, è lì ad ascoltarli, a toccarne le vibrazioni. Alessandro Perini
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Isabella Bordoni
Isabella Bordoni è autrice, artista, curatrice indipendente. Attraversa - prima con nome Giardini Pensili (1985-2000) e in seguito a nome proprio - i territori delle arti elettroniche e performative, della sound e radio art, della poesia e della vocalità, in Italia e in Europa. Ha realizzato lavori per enti radiofonici europei (SFB, RNE, Deutschlandradio, ORF) e in Italia per RAI Radiotre dagli anni di Audiobox alle collaborazioni più recenti con Tre Soldi. Curatrice dal 2016 del programma di residenza e del progetto editoriale Imagonirmia, nel 2021 ha creato con Orf-Kunstradio (A), il formato Imagonirmia feat. Audioritratto d’artista mentre Trauma_mappe del mutamento (2022) è l’ultima collaborazione in ordine di tempo con Tre Soldi. Da decenni allarga le maglie dell’azione artistica, delle sue etichette e dei suoi luoghi, lega i campi dell’arte a quelli del welfare di comunità; indaga i rapporti tra corpi, spazi, forme dell'abitare, tra accadimento e documento; apre la propria ricerca alla riflessione su quali tempi e quali spazi di reciprocità intercorrono tra azione, esperienza, creazione, riflessività e su cosa il documento genera e situa nel mondo. Attraverso l'ascolto, fa emergere o genera atti di relazione per osservare criticamente stigma e norma; alcune di queste esperienze si traducono in drammaturgie d’ascolto, azioni di ampia estensione urbana che legano poesia e luoghi, lingua, oralità, tecnologia, paesaggio, e spesso si articolano in progetti di publishing, arte pubblica e relazionale.
Ivan Fantini
Definito da altri “cuoco eterodosso e dimissionario” e da sé stesso “scrittore per urgenza” per il rifiuto di adeguarsi alla filiera commerciale e al mercato globale, una decina di anni fa Ivan Fantini esce dal mondo della ristorazione e fa del recupero dello scarto alimentare e del baratto, poi della scrittura, un campo di pratiche personali e politiche. I forti legami con l’anarchia lo orientano verso “il dono dell’abbandono, il saccheggio della gratuità, cerca l’intimità nell’alterità e si nutre di relazioni inaspettate in nuovi mondi creati dalla contingenza”.
Escono per la casa editrice Barricate, i libri "anonimo fra gli anonimi", "educarsi all'abbandono _ frammenti mutili”, "animanimale _ apologia di un genere umano”, "io la vedevo, dovevo”, "a parte il resto tutto bene”; i racconti: “Irma Armalli _ breve storia con anagrammi” per Hitokoto #5; con Quodlibet Compagnia Extra: "Lanugine" per Almanacco 2017, "Nestore Zocaie" per Almanacco 2018, "Liquescenza" per Almanacco 2019; il racconto “una solitudine senza isolamento” nel volume “TUTTI DENTRO” Bertonieditore, 2020. Nel 2022, “Cosa c’è di strano in tutto questo? un docu-film su Ivan Fantini” prodotto da Alessandro Costa con la regia di Mauro Bartoli, esce in Italia nelle sale dei circuiti off, con un fitto programma di date e già ottimi riconoscimenti di pubblico e critica. Ivan Fantini porta a Gualdo la sua pratica che fa del “saccheggio della gratuità”, dei prodotti della terra e del recupero dell’abbandono, manifesto libertario del convivio.
Christian Mastroianni
Nato a Tivoli nel 1987, Christian Mastroianni è artista sonoro, field recordist,
compositore. Bassista e poli-strumentista all’origine, dal 2009 si interessa alla musica elettronica con il nome d’arte Chris Yan. Coinvolto in progetti propri e collaborativi, spazia dalla raccolta di paesaggi sonori alla musica per immagini, narrazioni sonore per radiodrammi, installazioni site-specific, performance dal vivo, con particolare interesse e dedizione alla musica elettroacustica nel rapporto suono-oggetto-rumore.
Dal vivo e in studio, si serve di microfoni a contatto, microfoni idrofoni e sensori, nastri magnetici, manipolando il suono diretto e pre-registrato tramite un sintetizzatore modulare. Appassionato anche di fotografia e di poesia, da circa un anno è impegnato nell’ampliamento del proprio archivio-memoria sonora di registrazioni sul campo e in progetti site-specific nei quali lega interessi e linguaggi. Artista residente dell’ultima edizione di RAD’ART Project presso Bòlit_Centre d'Art Contemporani Girona, in Spagna, ha realizzato GIRONAscape, un archivio sonoro urbano donato alla municipalità e ora parte del patrimonio archivistico della città.
Maria Nadotti
Giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice. Vissuta a New York dal 1980 al 1992, Maria Nadotti ha trascorso lunghi periodi in Palestina, Germania, Portogallo. Scrive di teatro, cinema, arte e cultura per testate italiane ed estere tra cui Il Secolo XIX, Il Sole 24 Ore, Lo Straniero, L’Indice, Artforum, Ms. Magazine, Conjonctures, Salmagundi, Gli Asini, collabora con il settimanale Internazionale e con il progetto editoriale Doppiozero. È autrice di “Silenzio = Morte: Gli USA nel tempo dell’AIDS” (Anabasi, 1994); “Cassandra non abita più qui” (La Tartaruga, 1996); Sesso & Genere (il Saggiatore, 1996); “Scrivere al buio” (La Tartaruga, 1998); “Prove d’ascolto” (Edizioni dell’asino, 2011); “Trasporti e traslochi. Raccontare John Berger” (Doppiozero, 2014); “Necrologhi. Pamphlet sull’arte di consumare” (il Saggiatore, 2015); e coautrice di “Nata due volte” (il Saggiatore, 1995). Traduttrice e curatrice italiana dei testi di John Berger, è autrice, ideatrice e curatrice di diversi libri, tra gli altri “La speranza, nel frattempo. Una conversazione tra Arundhati Roy, John Berger e Maria Nadotti” (Casagrande) e “Riga 32 – John Berger” (Marcos y Marcos). A Berger ha dedicato il recente progetto in podcast “Per John B. Ritratti d’artista ad alta voce”, ha inoltre tradotto e curato testi di Suad Amiry, Robin Morgan, Hayden Herrera, Pam Houston, Gretel Ehrlich, Assia Djebar, Giuliana Bruno, Judith Butler, bell hooks, Susan Sontag, Edward Said e altre/i.
Alessandro Perini
Con lavori che spaziano dalla musica strumentale a quella elettronica, inclusi installazioni audiovisuali, sistemi luminosi, net-art, land-art e lavori basati sulle vibrazioni, costruzione di dispositivi e macchine, la musica di Alessandro Perini è presente in festival quali: Biennale di Venezia, Milano Musica, BTzM Bludenz, Open Spaces Dresda, Festival Musica Strasburgo, Music Current Dublino, New Directions (Svezia), Procesas (Lituania), UNM and Nordic Music Days (Islanda, Norvegia, Svezia), Moscow Forum, ReMusik San Pietroburgo, Tempus Fugit e Distat Terra (Argentina), MATA New York, KLANG Copenaghen. Tra le residenze artistiche: Fondazione Spinola Banna per L’Arte, sezione Musica (2014); Premio Imagonirmia a Chiaravalle (Milano, 2016); I-Park Foundation in Connecticut (2017); “IperPianalto” a Fondazione Spinola/Banna per l'Arte - sezione Arti Visive (2018); BIOART Society nella Lapponia finlandese (2018). Nel 2019 riceve il Commendation Award al Global Digital Arts Prize (NTU Singapore). Docente di produzione audiovisuale per le arti presso il Conservatorio di Como e in diversi workshop in Italia, Svizzera, Sud America, attualmente insegna composizione elettroacustica all’accademia di Malmö, in Svezia. In linea con la sua ricerca sonora, Alessandro si inserisce nel contesto ambientale di Gualdo realizzando esperienze d’ascolto in situ.
Ingresso 10 €
è necessaria la prenotazione: 393.9707741 – masque@masque.it
*giardino di Gualdo - Strada Gualdo-Ribatta 7, Meldola (FC)
44°04'48"N 12°02'39"E
La giornata prevede cammini e soste, attraversamenti di campi e aree boschive, momenti di convivio; servono un abbigliamento comodo e calzature adeguate.
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