Noise purity (purezza del rumore) è una serie di concerti/performance che porto avanti dal 2005. Laboratori live di idee, di prove, di verifiche “dal vivo” delle problematiche in corso;
queste possono essere di ordine diverso, dunque sia la prova a grandezza naturale di una tecnica di sintesi sonora differente (e nel passato questa ha potuto essere delle prove di sintesi granulare – che è rimasta a lungo una costante del mio lavoro – o di sintesi scannerizzata - che per il momento non si è concretizzata in un “vero” progetto), di una tecnica di gioco (come ad esempio il servirsi durante il concerto unicamente di una camera per produrre del suono, o lasciare degli accelerometri per terra o su di un tavolo, e servirsi dei dati che essi ricevono, senza alcun utilizzo determinato, per perturbare il flusso musicale) oppure ancora testare una forma musicale – e dunque applicare un’idea di svolgimento temporale nel tempo medesimo– nella durata reale e davanti al pubblico (ed è così che è stato testato, durante un noise purity fatto a Parigi nel maggio del 2013, la macro – composizione di Abois).
Noise purity non è dunque né una improvvisazione, né un brano strutturato, ma musica nel momento stesso in cui è pensata – e per definizione, ogni volta un concerto unico, che non è destinato ad essere riprodotto!
|
|
|
|
|
Compositore e musicista (computer e basso elettrico), operante oltre le distinzioni troppo comunemente ammesse tra musica contemporanea - “la grande” – e musica cosiddetta non accademica – in specie la musica elettronica, o noise music. Lavora tanto con le grandi istituzioni (GMEM, GRM, IRCAM, Radio-France) che con musicisti sperimentali o non etichettabili come Eliane Radigue, Zbigniew Karkowski, Dror Feiler, Tetsuo Furudate, Phill Niblock, Z'ev ou Art Zoyd.
Ha dapprincipio scritto molto sia per gli strumenti tradizionali (primo premio di composizione d’orchestra al festival di Besançon ; primo premio al concorso "Opéra Autrement/Acanthes" ; ecc.) che per la sua orchestra di chitarre elettriche Sleaze Art, prima di integrare pienamente il computer nel suo lavoro, sia in termini di pensiero compositivo che di strumento propriamente “live”.
Questo percorso trova nel 2004 una risoluzione nello sviluppo del concetto di BassoComputer: un basso elettrico ibridato con il computer, un solo e medesimo strumento, ma a due entrate: le corde del basso e della tastiera e interfacce del computer. Il suono prodotto non è più evidentemente quello del basso ma neanche più un suono puramente elettronico. Si assiste ad un fenomeno paragonabile a quello dell’elettrificazione nel secolo scorso. Paragonabile ma che tocca dei parametri a volte più sottili e fondamentali, poiché in questo caso sono i limiti organologici dello strumento ad essere polverizzati, in termini di timbro, di ambito, di risonanza, di polifonia – e non più soltanto il volume sonoro che è amplificato. Prolunga l’esperienza con brani dove altri strumenti sono ugualmente oggetto di una ibridazione: Unfinished Metal Waves, per tamburo gigante; Von Morgens bis Mitternachts (bassi, violoncello e percussione) ; Dust Reconstruction (ghironda, sax sopranino e basso) – aprendo così la voce a nuovi approcci strumentali.
Infine, nel 2007, fonda KERNEL, un ensemble di computer il cui scopo è l’interpretazione di grandi architetture musicali, di brani composti, dunque, con direttrici di riflessione ricavati dagli enunciati: Come scrivere per l’elettronica? Che cos’è suonare (e suonare insieme) con il computer? Sviluppa brani basati su strutture di materie sonore a evoluzioni lente, abitate da uno scintillio interno, fondamentalmente organici e sensuali, raffinati e potenti allo stesso tempo che richiedono all’ascoltatore molto più che un orecchio, sebbene compiacente - una musica prima da vivere, dal vivo, e poi da ri-ascoltare (dirige la sua etichetta: ROSA). Una esperienza sensoriale prima di tutto, dunque, da cui un costante debordare del suo procedere in altre discipline – danza, teatro e, sempre di più, immagine.
K.T. Toeplitz ama cucinare e pensa che ci siano delle similitudini sostanziali tra cucina e composizione "uno stesso senso della proiezione dell’idea e di astrazione" e non darà mai fiducia ad un compositore che non sa cucinare. La sua cucina è senza ricette prescritte ma in un rinnovamento costante – come la sua composizione. Entrambe possono alle volte, essere troppo piccanti. www.sleazeart.com |
|
|
|
|