Entreremo in quel luogo buio e la mia voce ti accompagnerà.
Diventiamo bambini e torniamo indietro nel tempo. Ora il teatro è dentro di noi e la nostra mente è una camera oscura che lascia emergere le immagini. Poi apriremo gli occhi e una dopo l’altra scorreranno 30 metri di tela dipinta a olio in 12 scene che Pierluca Cetera ci propone come ciclo sull’apocalisse. La parola apocalisse vuol dire togliere un velo, rivelare.
“E voglio che tu scelga un momento nel passato in cui eri una bambina piccola piccola.
E la mia voce ti accompagnerà, la mia voce si muterà in quella di tua madre e di tuo padre, dei tuoi vicini, dei tuoi amici, dei tuoi compagni di giochi e di scuola, della tua maestra.
E voglio che ti ritrovi in classe, bambina piccolina che si sente felice di qualcosa, qualcosa avvenuto tanto tempo fa, qualcosa tanto tempo fa dimenticato” Milton Erickson
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Film è un’installazione performativa in cui i linguaggi e le tecnologie contemporanee di video arte, robotica e sound design animano le antiche tecniche di rappresentazione di pittura a olio e racconto orale.
Trenta spettatori raggiungono un luogo, una stanza nera con una piccola platea di sedie. Una donna accoglie le persone e le invita ad accomodarsi. Si prende cura di loro e la sua voce le accompagna gradualmente in un racconto. Il buio totale permette di prestare la massima attenzione alle parole. Mano a mano che si entra nel cuore della narrazione il testo perde il suo significato diventando puro suono.
Nella seconda parte dodici scene dipinte a olio su una tela di 35 metri scorrono tramite una macchina con rulli e motori. La luce scontorna i dettagli delle immagini rivelando la materia pittorica. Come nelle antiche narrazioni per immagini ogni figura dialoga con lo sguardo degli spettatori evocando enigmi e sensazioni. Ogni figura del quadro si diluisce nello sfondo, nasce e muore, evapora e prende fuoco; tramite la dissolvenza incrociata di fronte e retroilluminazione si svelano le velature e i diversi strati di pennellate. Vengono evocate le tecniche dell’archeologia del cinema.
Contemporaneamente la composizione originale di musica elettronica e concreta risuona in ogni singolo dettaglio visivo e movimento della luce.
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