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Buio, corpo, luce è un’indagine fotografica sul corpo. Il fotografo Enrico Fedrigoli si rivolge a due esperienze, quella dell’attrice Eleonora Sedioli e quella della danzatrice Francesca Proia. Due corpi volti alla sperimentazione, in dialogo con la tecnica, il primo, nelle complesse scenografie dei lavori di Masque teatro, il secondo, alla ricerca delle potenzialità coreografiche e umane della disciplina dello yoga. Avvalendosi della tecnica del banco ottico, il fotografo costringe le performer a riconsiderare i tempi della scena, a reintegrare l’attesa alla pratica teatrale, dotando nel contempo l’atto del fotografare di una nuova materialità. In un rigoroso bianco e nero, le stampe di Fedrigoli interrogano i margini dell’esperienza scenica, in cui trovano una sintesi necessaria natura e tecnica, stasi e movimento, buio e luce. |
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Inizia come fotografo di architettura, ma presto affianca alla ricerca artistica l’attività di fotografo pubblicitario, in Italia e all’estero. Dall’architettura allarga la propria ricerca ai rapporti spaziali dei paesaggi e alla fotografia del territorio. Nel 1983 è in India con Milo Manara, per la documentazione fotografica del suo H.P. e Giuseppe Bergman. Da questo diario di viaggio nasce una pubblicazione che affianca l’albo a fumetti. Nel 1985 studia le tecniche di utilizzo del banco ottico all’Istituto del design di Milano. Nel 1988 compie il primo viaggio a Berlino, dove comincia una documentazione dell’architettura cittadina che lo impegnerà a lungo. L’interesse per l’immagine in movimento nasce a partire dai primi anni ’80: dopo tre anni di intensa attività fotografica nell’ambito dei rally automobilistici, il lavoro di Fedrigoli approda alla danza: il primo spettacolo fotografato è del Balletto del Bol’šoj.
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