Ciao,
ho partecipato nell'edizione di Crisalide di quest'anno (settembre 2011) alla conferenza di Ubaldo Fadini "Neuro-habitat': osservazioni sulla società della comunicazione".
Esiste per caso una relazione scritta dell'intervento e nel caso è possibile consultarla? Oppure ci sono dei suoi testi in cui esprime quei concetti?
In particolare, se non ricordo male … Fadini aveva parlato di una condizione dell'agire che è sovversiva al sistema soltanto nel momento in cui si pone radicalmente fuori da esso; non in antitesi o in lotta, ma proprio ignorandolo perchè esistenzialmente fuori. Qualunque altra azione di contrasto o di antitesi verrà prima o poi omologata.
Ecco, mi interessa capire cos'è e come si declina in un fare artistico questa condizione dello stare fuori.
Grazie in anticipo per gli eventuali suggerimenti, buon lavoro.
Luca B.
L’edizione XIX di Crisalide si pone a compimento del progetto triennale Winter years. Dopo avere in un primo momento esplorato le pluralità di divenire in direzione di un segmento minoritario, passando poi per la questione della normalizzazione in relazione ai dispositivi di potere che ripiegano i segmenti divergenti ripristinando una condizione di ordine, Crisalide si apre in questo nuovo momento di indagine al confronto con un terzo tipo di linea, la linea di fuga, che, comprendendo le prime due, apre sempre verso una destinazione sconosciuta: il fuori.
La questione del rapporto con il fuori si articola a sua volta sia nelle differenti dinamiche di resistenza al potere sia nella necessità di sottrarsi a quell’«immagine dogmatica del pensiero» che prescrive come e cosa pensare, per andare verso una filosofia che sia creazione e sperimentazione. Una fuga da tutte le certezze immediate, la ricerca di un vuoto – di una messa fuori di sé – che diviene così non un abbandono della vita o il protendersi verso un’illusoria trascendenza, ma il tentativo di trovare nuove armi. E, allo stesso tempo, di opporsi all’inesorabilità di un rientro, alle pretese di verità di un discorso. «Quasi un compito sotteso da un’etica nascosta» (F. Polidori): perché la ricerca di un fuori, ossia di una continua deterritorializzazione, non sia un vuoto terrificante cosparso di morti parziali, progressive e lente, ma un’affermazione di vita, potenza di vita. In questo senso How Shall I Act?, titolo di Crisalide XIX, è una domanda che nell’incontro tra sfera del potere e sfera della vita apre a un problema etico: come si articolano territori/deterritorializzazioni e modi di vita? Come abitare «il fuori» senza ricadere in un codice ma nemmeno nell’autodistruzione? Come ripensare il modo di essere al mondo?
A partire da queste riflessioni Crisalide intende favorire diverse modalità di esercizio creativo, sul piano della composizione artistica così come sul piano filosofico, auspicando quegli interventi che si propongano come reale produzione di pensiero, che possano generare condizioni di incontro, di «imbattersi fortuito», necessarie alla produzione di una nuova dimensione etica/strategia politica. |