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Socìetas Raffaello Sanzio
Claudia Castellucci nasce a Cesena nel 1958. Durante gli anni della sua formazione scolastica a indirizzo artistico (Liceo Artistico, Sezione Architettonica e Accademia di Belle Arti a Bologna), intraprende con il fratello Romeo, Chiara Guidi e alcuni amici un’attività di teatro che, nel 1981, fonda la socìetas Raffaello Sanzio. Da allora ha continuato a lavorare nella Compagnia soprattutto attraverso la composizione dei testi, sia drammatici sia teorici, oltre a essere interprete in diversi spettacoli.
Dopo aver scritto Santa Sofia-Teatro Khmer, manifesto di un teatro iconoclasta messo in scena dalla Socìetas nel 1986, Claudia Castellucci incomincia una propria ricerca metrica e melodica che trasmette in alcune opere della Compagnia come La discesa di Inanna,1989, Gilgamesh,1990, Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco,1992 e Orestea (una commedia organica?),1995.
Nel 1989 condivide e approfondisce questo studio con la Scuola teatrica della discesa, un insieme di giovani che si incontra regolarmente per tre anni unendo alla ginnastica una pratica filosofica.
Negli anni successivi lo studio e la pratica metrica e melodica, anche grazie alla considerevole posizione che occupa la ginnastica, sfociano nel ritmo e nel movimento. Sue sono le principali sequenze motorie in Giulio Cesare,1997, di cui cura pure la oratoria gestuale classica, dedotta da Quintiliano, così come in Genesi. From the museum of sleep,1999.
Dal 1992 al 1999 riprende altri cicli triennali di libera scuola, sempre improntati sulla ginnastica e sulla filosofia e poi, nel 2003, incomincia un’altra scuola più specificamente rivolta al movimento ritmico: la Stoa, con sede a Cesena, presso il Teatro Comandini, sede della Compagnia. Anche questa scuola è scandita da incontri regolari lungo tutte le stagioni e dura cinque anni.
Dal 2003 al 2008 la Stoa compone i Balli, danze improntate a un’interpretazione del movimento sul metro del tempo musicale.
Claudia Castellucci intraprende studi particolari sul movimento ritmico in rapporto alla musica avvicinandosi alle esperienze folkloriche che più mettono in luce il rapporto di aderenza tra movimento e accento musicale. Un viaggio di studio al Tànchàztalalkozo di Budapest le fa scoprire i campi di ballo nella regione moldava della Romania, che frequenta in estate per due anni.
E’ a partire dallo stesso interesse per il ritmo che incomincia lo studio del canto gregoriano con il prof. Nino Albarosa, già ordinario di paleografia e semiologia gregoriana all'Università degli Studi di Udine. L’estetica gregoriana segue un principio non mensurale del ritmo, indifferente alla quantità, che Claudia Castellucci esperimenta nei Balli.
Nel 2009 Claudia Castellucci divarica la propria arte in due rami: uno approfondisce il ballo, come disciplina del tempo praticata da danzatori esperti, l’altro prosegue l’idea di scuola come opera fatta di relazioni. Il primo si realizza con la fondazione di Mòra, una compagnia composta da danzatori di formazione classica, che esegue il ballo Homo Turbae. Il secondo si realizza con Calla, un’altra scuola di ginnastica e di filosofia che nel 2011 interpreta Nascita del Clan, Zarathustra invita alcuni viandanti a passare la notte da lui; e con Sorties de la Caverne. Ecole du rythme de Bordeaux, una scuola della durata di un mese, di frequenza quotidiana, che attua nella città le Celebrazioni, azioni di intensità ritmica e invenzioni di nuove ricorrenze.
Nel 2011 inizia uno studio, basato su Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij, e con musiche riscritte da Scott Gibbons, che orienta il ballo verso una dimensione finalistica, insieme stilistica e reale, al pari di una disciplina della mente. Lo studio si compie nel gennaio 2012 con il ballo La seconda Neanderthal.
Claudia Castellucci continua a recitare sporadicamente testi autografi, l’ultimo dei quali, Il Regno profondo, (2011) è strutturato come un sermone.
Con i Ritagli dei giornali Claudia Castellucci ha creato una quarantina di quadri destinati all’esposizione. Sono estrazioni di figure dalla carta stampata su cui si applica un giudizio. Claudia Castellucci ha scritto e pubblicato diversi testi, tra cui: Il teatro della socìetas Raffaello Sanzio, dal teatro iconoclasta alla super-icona, Ubulibri edizioni, Milano, 1992. Uovo di bocca. Scritti lirici e drammatici, edizioni Bollati Boringhieri, Torino, 2000. Epopea della polvere, Ubulibri edizioni, Milano, 2001. Les Pèlerins de la matière, théorie et praxis du théâtre, Les Solitaires Intempestifs, 2001. The Theatre of Socìetas Raffaello Sanzio, Routledge, London and New York, 2007. |